«Tracciando profili di terramare e di abitazioni per mezzo di linee che si addossano, si intrecciano, si accostano, su superfici aspre e rudi, supporti allusivi a età immemoriali, Pompili scrive la pagina di una sua singolarissima Genesi, in cui l’artefice, dal frammento in sé, estrae l’acuminata idea dell’edificare. Attraverso uno spazio essenziale e un disegno che a volte si inscrive come lettera d’alfabeto su pagina antica Graziano Pompili afferma l’idea del prendere luogo»
Elena Frattarolo, Gli archetipi dell’appartenenza, in Sotto il disegno, catalogo della mostra presso L’Arietearteconemporanea, Bologna, 2009
«L’attualità del lavoro di Pompili sta nella sua universalità, nell’umanesimo che è parte fondamentale della sua poetica e che attraversa tutta la sua arte. I “valori” che informano la sua opera sono imperniati sull’essenzialità e sulla generalizzabilità, sulle radici profondamente umane di concetti come “abitare”, “figura”, “ombra”, “paesaggio”, “artefatto”, “natura”.. […] E’ come se da questi concetti Pompili inseguisse l’origine, la verità primigenia, la sedimentazione culturale, la prima occorrenza fondante, la capacità evocativa, per verificarne l’immutabilità e insieme seguirne la loro continua variazione, l’incessante declinazione – culturale, storica, tecnica – che l’evoluzione dell’umanità inevitabilmente impone nel volgere dei millenni senza tuttavia toccarne l’essenza, il significato»
Pier Luigi Capucci, Graziano Pompili – Gli Universali della cultura, catalogo della mostra presso Palazzo Sforza, Cotignola (RA), 2002