«Ero affascinato da artisti come Henry Moore, Arp, Brancusi, Viani e altri della loro generazione, questi scultori dai volumi architettonici, della forza plastica e dell’energia. Mi sono appassionato a questo modo altro, più libero, di vedere e praticare la scultura e così ho cominciato a fare immagini e soggetti diversi, con fiori strani, plastici e corposi, una evidente tensione verso certe forme nuove: cose che non avrei mai fatto prima, che nascono proprio da questa idea di libertà, di uscita da una certa convenzione»
Sandro Parmiggiani, Conversazione con Graziano Pompili in Graziano Pompili, Edizioni Essegi, catalogo della mostra alla Civica Galleria d’Arte Contemporanea, Montecchio Emilia, 1993
«Il concetto, cioè una consapevole intuizione intellettuale, è da desumere in Graziano Pompili dalla sua dimostrazione precisa e quasi analitica delle diverse qualità del materiale nel passaggio dallo stato grezzo ai vari stadi di lavorazione fino all’ultimo tocco artificiale. Il marmo non è per lui solo un semplice materiale; no, lo stesso marmo è per Graziano Pompili un soggetto artistico, un materiale semantico che racconta qualcosa di se stesso, della sua storia, della storia della sua terra, nella quale esso ha origine, nel processo della sua trasformazione da “essere” dato dalla natura a “prodotto” della mano dell’uomo»
Klaus Wolbert, Graziano Pompili in Poeticamente abita l’uomo, catalogo della mostra a Alte Kelter, Muhlacher, 2002